Se c’è una cosa del mio amato Sud che mi fa andare in bestia è il luogo comune che al sud non la funzioni e nulla si possa realizzare. Poi vedo la biografia di Maria Rita Costanza che dal nulla in Gravina di Puglia crea un impero economico dell’innovazione digitale. E ora con suo marito, dopo aver raggiunto i suoi traguardi imprenditoriali, anziché rincorrere sempre il Dio denaro, si mette al servizio dei giovani imprenditori pugliesi nel settore turistico. Vedo una energia da brigante meridionale in Miriam Pugliese, che con suo marito apre in uno sperduto paesino calabrese la cooperativa NIDO DI SETA, dove lancia un prodotto che ha di innovativo la ripresa della tradizione di tessuti in seta di tre secoli or sono, dicendo la giornalista che la intervista che ciò che è tradizione oggi al tempo era un’innovazione.
E poi ci siamo noi che abbiamo deciso nella nostra amata terra del Nord Puglia, quella stretta tra il magnifico Gargano e gli incantevoli monti Dauni, di lanciare il primo incubatore per start-up all’interno di una scuola superiore, istituto tecnico per programmatori Blaise Pascal. Lo abbiamo chiamato Grandi Digitali, in onore alla vocazione granicola della provincia di Foggia, il granaio d’Italia.
Siamo un po’ stanchi di vedere andar via cervelli dalla nostra terra, vogliamo incominciare a difendere la fuga di cervelli e vogliamo che nei prossimi dieci anni la nostra città, la nostra provincia sia tra le maggiori attrattive in Europa di giovani talenti. La Sfida è lanciata.